Oggi si è spezzato il cuore, diverse volte, in diversi momenti, senza pietà, ancora e ancora. Non c’è stato troppo tempo per riprendersi da un colpo all’altro, rimbalzati come una molla in un campo minato di dolore. Ha fatto male. Il corpo ha tremato, si è sentita nel petto, in gola, tra i denti, nel cranio. Un rimbombo che voleva ricordare senza tregua quello che era successo.
Poi vedere le persone che più hanno sofferto, vederle lì trafitte, svuotate, ma unite, fortissime. Ci resti immobile, attonito, chè com’è possibile far trionfare così tanto la vita davanti a un male così spietato? Come?
Erano unite da una sorta di filo, erano tutti lì aggrappati insieme e si mantenevano in una sorta di equilibrio, nessuno escluso. Anche quella donna anziana, forse malata di Alzheimer o una qualche forma di demenza, confusa da una situazione che non riusciva neppure ad elaborare. Chi è morto? Lei lo aveva dimenticato. E puntualmente lo faceva, spiazzando via quel pezzo di realtà come una persona che il dolore non lo accetterà mai e non sa bene come usarlo, dove metterlo. Ma son sicura che nonostante tutto, nonostante i suoi neuroni malati e spenti, qualcosa in lei ha risuonato, a quel filo ci era avvinghiata anche lei.
Sarà banale, ma se te la vivi con un altro essere umano, hai più probabilità di non annegare. Sei affannato, perdi l’equilibrio in continuazione, respiri acqua e la rigetti dal naso, ti brucia il cervello, ma in fondo non anneghi. Resisti. Scorri con quell’acqua che potrebbe essere il pericolo più grosso, come così la fonte di salvezza più immediata. Tutti attaccati a quel filo, bagnati sino alla gola, però ancora in movimento.
Poi capita che, dopo un po’ di tempo, si giunge ad un pezzetto di terraferma e finalmente si dà tregua a quel movimento incessante, come il dondolio di una barca che provoca una nausea costante. Si respira a polmoni pieni, fin su e poi tutto giù giù, un respiro completo come quelli che ti ricordano che sino a quel momento, forse, avevi respirato sempre a metà. Com’era stato possibile non accorgersene mai?
Chissà quando e per chi arriverà quel lembo di terra, un giorno; quando si troverà quel ristoro dopo un viaggio infinito. Intanto, tutti aggrappati, si nuota.
Ciao Matte.
(Grazie Eli per questo estratto di un capolavoro che mi ha accompagnato nell'elaborare e nello stendere queste frasette)